martedì 22 marzo 2016

" Le parlécrit" un modo per approcciarsi all'orale ?

" Le parlécrit" è il linguaggio dei textos  o  sms. Per i ragazzi ( e non solo) oramai è diventata una consuetudine. Come lo dice la parola è un misto di orale e scritto o meglio una trascrizione dell'orale che utilizza simboli, punteggiatura , numeri e lettere. Puo' essere utile alla didattica o puo' solo generare confusione ? Credo che ci si possa servire per una  didattica dell'orale. ( anche se i suoni non corrispondono alla trascrizione fonetica che troviamo nei dizionari i quali a volte , riportano delle pronuncie in disuso è il caso di un  )




 
Una maniera per rendere piu' consapevoli della pronuncia specialmente quando le lingue allo scritto si assomigliano ed è il caso del francese-italiano. Aiuta a sbarazzarsi di certi automatismi come (je ) io pronunciato in continuazione come io ho ( j'ai ), oppure di / da (de) pronunciato come degli ...o  dado, appena, baldacchino.
E`un modo per ricordarsi costantemente che il nostro alfabeto malgrado la somiglianza non è come il loro , la nostra <u >puo' voler dire dove , la loro invece si avvicina molto di piu' a <you>. E' un modo  per mettere in evidenza quanti suoni si assomiglino seppur si scrivano - in  contesto formale e non - in maniera differente.




Bande annonce de Quand on a 17 ans - André Téchiné


I ragazzi si sentiranno piu' coinvolti dalla lingua che imparano perché è quella condivisa dai loro coetanei , è quella che fa gruppo, che distingue. Va da sé che impareranno subito <anif > piuttosto che anniversaire ma tra i due c'è un passo in confronto a compleanno.

Usare le abbreviazioni confrontate con la scritttura formale si' ,  scegliendo quelle " vantaggiose", quelle cioè che spiegano in qualche modo la pronuncia e sono utili a togliere l'automatismo della lingua madre.
Ai puristi  si drizzeranno i capelli foneticamente <de> non è <deux> ci passa uno stuzzicadente, ma pronunciare <de> all'italiana ci passa una trave.

Dunque per le parlécrit :

de = 2

E quella p di sept sempre pronunciata ?
Cette/cet = 7

Neuf come nove o come nuovo =  9


Cosa succede di <un> confuso con <une> e viceversa e quante volte s'incontra il suono di <un> ?


à  lundi =  @l'1di  ( a loro piace l' arobase) 
matin    =   mat1

aucune = oQn.   
Ops qui c'è la enne come mai ? !
 Le lettere dell'alfabeto s'imparano per forza Q infatti si pronuncia come ? Be' lasciamo perdere e infine < au > è definitivamente una o.

Certo siamo un po' lontani dalle trascrizioni fonetiche scolastiche e molto piu' vicini alla poesia surrealista.

Er finale oppure e (non accentuata tra due cons.) sempre pronunciate  ? Vediamo se ora va meglio :

acheter = HT. La acca si dice ? e la  ti invece ?

<Ai> come si pronuncia ? E italiana che loro scrivono anche ..... una <di> è una <de> :
aider = éD


Il primo racconto pubblicato in parlécrit è stato PA SAGE a` TABA ( passage - ma anche non buono - à Tabac) un racconto contro il tabagismo, di Phil Marso.

Una poesia : <Itali> ( italie) dedicata al nostro paese , ci capite qualcosa ?

       Sono <al dente> per la Commedia dell'Arte di cosa e di chi parlerà mai ? 

Se volete saperne di piu' sul parlécrits :




Ma nessuna paura la scrittura la corrispondenza tradizionale non è scomparsa:










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