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" Le parlécrit" un modo per approcciarsi all'orale ?
" Le parlécrit" è il linguaggio dei textos o sms. Per i ragazzi ( e non solo) oramai è diventata una consuetudine. Come lo dice la parola è un misto di orale e scritto o meglio una trascrizione dell'orale che utilizza simboli, punteggiatura , numeri e lettere.
Puo' essere utile alla didattica o puo' solo generare confusione ?
Credo che ci si possa servire per una didattica dell'orale. ( anche se i suoni non corrispondono alla trascrizione fonetica che troviamo nei dizionari i quali a volte , riportano delle pronuncie in disuso è il caso di un ) Una maniera per rendere piu' consapevoli della pronuncia specialmente quando le lingue allo scritto si assomigliano ed è il caso del francese-italiano.
Aiuta a sbarazzarsi di certi automatismi come (je ) io pronunciato in continuazione come io ho ( j'ai ), oppure di / da (de) pronunciato come degli ...o dado, appena, baldacchino. E`un modo per ricordarsi costantemente che il nostro alfabeto malgrado la somiglianza non è come il loro , la nostra <u >puo' voler dire dove , la loro invece si avvicina molto di piu' a <you>. E' un modo per mettere in evidenza quanti suoni si assomiglino seppur si scrivano - in contesto formale e non - in maniera differente.
Bande annonce de Quand on a 17 ans - André Téchiné
I ragazzi si sentiranno piu' coinvolti dalla lingua che imparano perché è quella condivisa dai loro coetanei , è quella che fa gruppo, che distingue. Va da sé che impareranno subito <anif > piuttosto che anniversaire ma tra i due c'è un passo in confronto a compleanno. Usare le abbreviazioni confrontate con la scritttura formale si' , scegliendo quelle " vantaggiose", quelle cioè che spiegano in qualche modo la pronuncia e sono utili a togliere l'automatismo della lingua madre. Ai puristi si drizzeranno i capelli foneticamente <de> non è <deux> ci passa uno stuzzicadente, ma pronunciare <de> all'italiana ci passa una trave. Dunque per le parlécrit : de = 2 E quella p di sept sempre pronunciata ? Cette/cet = 7 Neuf come nove o come nuovo = 9
Cosa succede di <un> confuso con <une> e viceversa e quante volte s'incontra il suono di <un> ?
à lundi = @l'1di ( a loro piace l' arobase)
matin =mat1
aucune = oQn.
Ops qui c'è la enne come mai ? ! Le lettere dell'alfabeto s'imparano per forza Q infatti si pronuncia come ? Be' lasciamo perdere e infine < au > è definitivamente una o. Certo siamo un po' lontani dalle trascrizioni fonetiche scolastiche e molto piu' vicini alla poesia surrealista. Er finale oppure e (non accentuata tra due cons.) sempre pronunciate ? Vediamo se ora va meglio : acheter = HT. La acca si dice ? e la ti invece ? <Ai> come si pronuncia ? E italiana che loro scrivono anche ..... una <di> è una <de> :
Il primo racconto pubblicato in parlécrit è stato PA SAGE a` TABA ( passage - ma anche non buono - à Tabac) un racconto contro il tabagismo, di Phil Marso.
Una poesia : <Itali> ( italie) dedicata al nostro paese , ci capite qualcosa ?
Sono <al dente> per la Commedia dell'Arte di cosa e di chi parlerà mai ?
Se volete saperne di piu' sul parlécrits :
Ma nessuna paura la scrittura la corrispondenza tradizionale non è scomparsa:
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